LA SOLUZIONE DEFINITIVA
De Monaco ex presidente della Provincia di Latina continua a sostenere la sua tesi sulla opportunità di demolire le dune litoranee pontine, cioè l’ecosistema che insieme al promontorio Circeo, ai laghi costieri e alla foresta, compone quell’impareggiabile gioiello della natura rappresentato dal comprensorio del Parco Nazionale del Circeo. Le dune sono considerate sito d’importanza comunitaria, cioè uno del tesori naturali più preziosi d’Europa. De Monaco evidentemente non è mai salito (ci si arriva in macchina) sul versante settentrionale del Monte Circeo da cui, guardando verso nord, si resta affascinati da un paesaggio tra i più belli del mondo.
Ma evidentemente il personaggio è un “duro”,
certo non va per il sottile : spazziamo via le dune visto che creano
tanti problemi per la loro difesa dalle varie forme di erosione!
Bisogna trovare qualcuno che con molta pazienza,
magari attraverso una simulazione al computer, gli faccia capire cosa
succederebbe ove si eliminassero questi fastidiosi “cumuli di
sabbia”.
Non appena si dovesse spianare la duna per un tratto
di alcune decine di metri, per esempio a Capoportiere, alla prima
violenta mareggiata il mare rifluirebbe nella depressione
retrodunale, ripristinando di anno in anno l’antica laguna che da
Torre Astura si estendeva fino ai piedi del Circeo, con la
conseguente scomparsa dei laghi costieri. Per fare un esempio
puntuale: la chiesa “Stella Maris” sarebbe circondata dalle
acque, venendosi a trovare all’interno di un bacino lagunare.
Tutta la Marina di Latina si ridurrebbe ad una lunga e sottile isola
sabbiosa, soggetta a smantellamento progressivo, mentre la nuova
linea di costa raggiungerebbe in molti tratti la strada litoranea
Fogliano – Borgo Sabotino o comunque si avvicinerebbe alla case
attestate a valle di tale arteria.
Nel territorio di Sabaudia gli ombrelloni d’estate
si dovrebbero mettere prevalentemente lungo il Diversivo Nocchia. La
chiesa della Sorresca , la Caserma Piave e la Villa di Domiziano si
troverebbero in riva al nuovo mare.
In realtà, nella strategia studiata da De Monaco,
tutto ciò non avverrebbe. Prima della demolizione delle dune De
Monaco farebbe costruire una potente scogliera rocciosa, munita di
centinaia di pennelli perpendicolari alla stessa, di massi calcarei,
che da Foce Verde giungerebbe fino al Promontorio. Ne ha già parlato
in qualche altra occasione come una soluzione definitiva per
arrestare l’erosione della costa. Un mio professore di Liceo soleva
dire “de gustibus non est sputacchiandum”. In questo caso però
se De Monaco trova un tecnico che gli fa un progetto di costruzione
della scogliera e di demolizione delle dune dovrebbe munirlo di un
largo e consistente ombrello.
Nello Ialongo
13/11/2014
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