giovedì 13 novembre 2014

SABAUDIA, parco nazionale del Circeo e la demolizione delle dune, il geologo Nello Ialongo contesta De Monaco

COMUNICATO STAMPA
LA SOLUZIONE DEFINITIVA
De Monaco ex presidente della Provincia di Latina continua a sostenere la sua tesi sulla opportunità di demolire le dune litoranee pontine, cioè l’ecosistema che insieme al promontorio Circeo, ai laghi costieri e alla foresta, compone quell’impareggiabile gioiello della natura rappresentato dal comprensorio del Parco Nazionale del Circeo. Le dune sono considerate sito d’importanza comunitaria, cioè uno del tesori naturali più preziosi d’Europa. De Monaco evidentemente non è mai salito (ci si arriva in macchina) sul versante settentrionale del Monte Circeo da cui, guardando verso nord, si resta affascinati da un paesaggio tra i più belli del mondo.
Ma evidentemente il personaggio è un “duro”, certo non va per il sottile : spazziamo via le dune visto che creano tanti problemi per la loro difesa dalle varie forme di erosione!
Bisogna trovare qualcuno che con molta pazienza, magari attraverso una simulazione al computer, gli faccia capire cosa succederebbe ove si eliminassero questi fastidiosi “cumuli di sabbia”.
Non appena si dovesse spianare la duna per un tratto di alcune decine di metri, per esempio a Capoportiere, alla prima violenta mareggiata il mare rifluirebbe nella depressione retrodunale, ripristinando di anno in anno l’antica laguna che da Torre Astura si estendeva fino ai piedi del Circeo, con la conseguente scomparsa dei laghi costieri. Per fare un esempio puntuale: la chiesa “Stella Maris” sarebbe circondata dalle acque, venendosi a trovare all’interno di un bacino lagunare. Tutta la Marina di Latina si ridurrebbe ad una lunga e sottile isola sabbiosa, soggetta a smantellamento progressivo, mentre la nuova linea di costa raggiungerebbe in molti tratti la strada litoranea Fogliano – Borgo Sabotino o comunque si avvicinerebbe alla case attestate a valle di tale arteria.
Nel territorio di Sabaudia gli ombrelloni d’estate si dovrebbero mettere prevalentemente lungo il Diversivo Nocchia. La chiesa della Sorresca , la Caserma Piave e la Villa di Domiziano si troverebbero in riva al nuovo mare.
In realtà, nella strategia studiata da De Monaco, tutto ciò non avverrebbe. Prima della demolizione delle dune De Monaco farebbe costruire una potente scogliera rocciosa, munita di centinaia di pennelli perpendicolari alla stessa, di massi calcarei, che da Foce Verde giungerebbe fino al Promontorio. Ne ha già parlato in qualche altra occasione come una soluzione definitiva per arrestare l’erosione della costa. Un mio professore di Liceo soleva dire “de gustibus non est sputacchiandum”. In questo caso però se De Monaco trova un tecnico che gli fa un progetto di costruzione della scogliera e di demolizione delle dune dovrebbe munirlo di un largo e consistente ombrello.
Nello Ialongo
13/11/2014



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